“Se riusciremo finalmente a mettere in soffitta la Dad, saremo i primi a rallegrarcene. Ma, considerato che con la pandemia si naviga ancora a vista, ci sembra prematuro affermare sin da oggi che l’esperienza della didattica a distanza si è definitivamente conclusa. Ci auguriamo come tutti che la diffusione del vaccino ci aiuti a raggiungere questo obiettivo”.
Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, in occasione dell’avvio dell’anno scolastico nella maggior parte delle regioni.
Anno scolastico nuovo, problemi vecchi: si torna in classe, sperando di non dover ricorrere ancora alla didattica a distanza, ma i mali da cui è afflitta la scuola italiana non guariscono. “A partire dal numero enorme di istituti in cui i criteri di sicurezza sono soltanto sulla carta, rimasti lettera morta, - afferma Di Meglio - passando per l’atavica questione del sovraffollamento delle classi, che sono molte di più rispetto a quelle dichiarate dal ministero dell’Istruzione.
Pure sul fronte del precariato non si sono fatti grandi passi avanti: ben che vada, i posti coperti dai supplenti saranno 150mila, decisamente ancora troppi. Una situazione - spiega il leader della Gilda - figlia della mancanza di sistemi di reclutamento e di abilitazione in grado di snellire le procedure e di rendere i concorsi appuntamenti fissi ogni due anni. La farraginosità dei meccanismi, infatti, ha finora alimentato quella fabbrica del precariato che tanto nuoce alla qualità dell’insegnamento e alla continuità didattica”.
A questo nuovo anno scolastico i docenti si affacciano, inoltre, con un contratto di lavoro scaduto, il cui ultimo rinnovo risale al triennio 2016-2018 e che, dunque, arriverà al capolinea il prossimo 31 dicembre senza che al momento si intraveda alcuna possibilità di una rivalutazione decorosa degli stipendi degli insegnanti.
Roma, 13 settembre 2021
Ufficio stampa Gilda Insegnanti