LA MIGLIORE SCELTA ? QUELLA OBBLIGATA DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE ... SOS PENSIONE
“La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni perché la crisi porta progressi“ citazione di Einstein che può riferirsi appieno alla nascita della previdenza complementare in Italia. Correva l’anno 1995 il sistema a prestazione definita (in crisi appunto) viene sostituito con il sistema a contribuzione definita, in cui le pensioni non vengono più pagate con i contributi dei lavoratori attivi, bensì i versamenti contributivi accrescono la posizione pensionistica di ciascuno.
Sebbene la nascita dei fondi pensione come li conosciamo oggi risalga al decreto legislativo n.124 del 21 aprile 1993, l’importanza del benessere post labor ha radici ben più lontane e assume già importanza in epoca romana tant’è che forme ancestrali di welfare integrato le ritroviamo già in epoca imperiale con Augusto prima (Cura Annonae) e
Traiano dopo, Felicior Augusto, melior Traiano (sarà stato coniato da un Di Vittorio dell’epoca?).
Tralasciando tutte le varie date storiche che hanno portato alle ultime forme di welfare, benessere comune, possiamo tranquillamente asserire che il minimo comune denominatore sono appunto le condizioni di crisi economiche e sociali nelle diverse contingenze storiche. La nostra ovviamente fa riferimento alla diminuzione della popolazione attiva (lavorativa) su quella passiva (in pensione ) con un gap sempre più crescente, alimentato da fattori su cui in questo contesto è inutile soffermarci, che in un sistema a ripartizione ha portato ad una situazione finanziariamente insostenibile. Ed è in questa crisi , ovvero nell’impossibilità di poter ricevere una prestazione previdenziale almeno paragonabile a quella ultima retributiva, si parla di un gap minimo del 30%, che si inserisce una grossa necessità che si trasforma in opportunità che prende il nome di Fondo Pensione.
Non a caso preferisco scriverlo in maiuscolo perché maiuscola deve essere la prestazione previdenziale che ogni lavoratore è obbligato a costruirsi questa volta con
la grande mano dello Stato che si estrinseca sotto due aspetti in primis con la diligenza del buon padre di famiglia ci rende coscienti del problema dall’altra con la parte fiscale ci aiuta a raggiungere un risultato insperato altrimenti.
Grazie infatti alla piena deducibilità fiscale dei versamenti effettuati a livello volontario (comprendente anche persone a carico) fino ad un massimo di 5164 €, che si può estendere fino a 7154€ per i soggetti di prima occupazione dal 01/04/2007, il peso della costruzione della pensione di scorta viene più che condiviso tramite un incredibile vantaggio fiscale .
Inoltre la grande flessibilità in termini di quantum e di tempo (possibilità di saltare, diminuire, aumentare gli importi da versare, cambiare il frazionamento) sposa appieno sia la necessità di cambiamento che la precarietà del mercato del lavoro odierno; tutto questo senza dimenticare le richieste di anticipazione che vanno dal 30% senza motivazione passando al 50% per arrivare al 75% per la casa e 100% per motivi sanitari, in definitiva una possibilità di scelta davvero attenta alle esigenze degli aderenti.
In conclusione una scelta obbligata che consentirà a tutti gli aderenti di godersi meritatamente i giorni della “benedetta” liberazione dal lavoro...dimenticavo...nel frattempo buon lavoro a tutti .
Raffaele Cera
AGENTE GENERALE UNIPOLSAI ASSICURAZIONI